domenica 30 settembre 2012

Mercurio nella falda a Preganziol

Venerdì 5 ottobre alle ore 20.45 si terrà presso la sala Granziol, (scuole elementari) di Preganziol un incontro sul problema del mercurio nella falda di Preganziol..
Organizza il "Comitato Tutela Acque Potabili Preganziol"


Meno occupazione Stato in ginocchio con i tagli lineari

da: Pubblico | Domenico Moro


Meno occupazione Stato in ginocchio con i tagli lineari

Il decreto legge 95 del 2012 prevede la riduzione della spesa pubblica di 26 miliardi in tre anni, di cui 4,5 nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11 nel 2014. Per raggiungere questo obiettivo il governo Monti ha predisposto una spending review, che nell’intenzione dovrebbe favorire tagli non lineari ma selettivi, in modo da mantenere inalterato il servizio erogato dalla P.A. La spending review prevede l’intervento su varie direttrici: la soppressione di enti, il tetto allo stipendio dei manager pubblici, le procedure d’acquisto per ridurre i costi di beni e servizi, il riordino degli enti territoriali, la dismissione di immobili dello stato e la riduzione del personale. L’aspetto sicuramente più grave della spending review è la riduzione del personale statale. Il 25 settembre è stata adottata la circolare firmata da Patroni Griffi, il ministro della P. A. La riduzione prevista è del 20% sul costo delle dotazioni organiche del personale dirigente e del 10% del personale non dirigente, in pratica decine di migliaia di persone.

La gestione verrà centralizzata presso il Dipartimento della Funzione pubblica. Le singole amministrazioni dovranno inviare le proposte di tagli entro il 28 settembre (enti pubblici e agenzie) e il 4 ottobre (amministrazione dello stato). Entro il 31 dicembre 2012 verranno quantificati i tagli e comunicata agli interessati la data di cessazione del rapporto di lavoro. Il Dpcm che metterà in mobilità i dipendenti è previsto entro il 31 marzo 2013, mentre entro il 31 maggio 2013 è prevista l’individuazione del personale da collocare in part time. Il provvedimento interesserà tutto il personale pubblico con l’eccezione del comparto sicurezza, il personale operativo operante nei presso gli uffici giudiziari e il personale della magistratura. I tagli si scaricheranno quindi sul personale delle Forze Armate, che passerà dai 190mila ai 170mila, come previsto da tempo dal Ministero della Difesa, allo scopo di drenare maggiori risorse verso l’acquisto di sistemi d’arma tecnologicamente avanzati e costosi. Il maggiore impatto in termini di tagli, però, si avrà soprattutto su enti di ricerca, scuola, università, e sanità, che rappresentano la quota maggiore dei dipendenti pubblici e dei servizi principali erogati dallo Stato alla collettività. Alla scuola verranno sottratti 360 milioni e verranno tagliati 15mila posti di lavoro. Il taglio ai trasferimenti statali a enti e Università sarà, rispetto al 2010, del 5% nel 2012 e del 10% nel 2013. All’Università i tagli ai trasferimenti statali produrranno un aumento delle tasse universitarie per i fuoricorso, che ammontano al 40% degli iscritti. Per quanto riguarda la sanità si prevede uno riduzione dello standard di posti letto, che produrrà un taglio di 7mila posti letto entro novembre, e per i prossimi tre anni tagli per 17 miliardi con un aumento dei ticket per 3 miliardi e l’innalzamento della fiscalità locale.  Quindi, il grosso dei tagli  non si realizzerà sugli stipendi degli alti manager pubblici, per i quali il tetto è previsto a ben 300mila euro, né con misure come la riduzione delle auto blu, molto di moda nell’ultimo periodo, ma che rispetto al totale delle spese rappresenta noccioline. Il vero risparmio si realizzerà con  i tagli al welfare state, che non permetteranno di mantenere il servizio inalterato. A perderci con la spending review sarà da una parte l’occupazione, che, sia con la messa in mobilità che con il blocco del turn over nel pubblico, aggraverà una situazione che nel privato è già disastrosa. Dall’altra, sarà fortemente ridotta l’universalità del servizio pubblico, in due settori come la scuola e l’Università e la sanità, che sono decisivi nello sviluppo del Paese.

Mobilità totale aiuto ai privati sulla pelle degli statali

A guadagnare dalla spending review sarà soprattutto l’impresa privata. Questo avverrà in diversi modi. In primo luogo, l’introduzione per la prima volta delle procedure di mobilità nel pubblico impiego italiano daranno un ulteriore colpo al mercato del lavoro. Infatti, il pubblico impiego era rimasto l’unico settore in cui le misure di liberalizzazione del mercato del lavoro avevano avuto un impatto ancora debole, malgrado i contratti precari vi siano molto diffusi. Il concetto che anche il posto pubblico a tempo indeterminato è a rischio rappresenta non certo un incentivo alla maggiore efficienza della P.A. ma un ulteriore indebolimento della forza negoziale del lavoro. Del resto, l’introduzione di nuovi sistemi di valutazione della produttività dei dipendenti pubblici, uno degli obiettivi dichiarati della spending review, è stata rapidamente messa da parte per la mancanza di disponibilità di risorse da parte del governo. In secondo luogo, l’indebolimento ulteriore della sanità e della scuola pubblica favoriscono la crescita della presenza del privato in questi settori mentre la riallocazione della spesa militare dal personale agli strumenti favorirà l’industria militare. In terzo luogo, i tagli nella P.A. renderanno disponibili risorse per quello che Confindustria chiede da tempo, cioè la riduzione delle tasse alle imprese. Recentemente Squinzi, presidente della Confindustria, ha reiterato la richiesta dell’aumento della detassazione e della decontribuzione dei premi aziendali allo scopo di favorire il collegamento dei salari alla produttività. A questo tipo di misure si aggiungono, come richiesto recentemente dalla Fiat, anche gli incentivi all’export. Ma l’obiettivo principale è la riduzione, meglio ancora l’abolizione, dell’Irap, un obiettivo storico di Confindustria. Visto che l’Irap non è propriamente una tassa, ma contiene la parte del salario indiretta che va a pagare l’assistenza sanitaria e altre spese previdenziali, i tagli alla sanità rappresentano la base per tagliarla o ridurla, cosa che del resto è in parte già avvenuta. Lo stesso Giavazzi, cui il governo aveva affidato parte della ricerca sulla spending review, parla nel suo rapporto della possibilità di riduzione della pressione fiscale sulle imprese solo con una drastica riduzione della spesa pubblica. In realtà, i tagli previsti da Giavazzi sono, a giudizio dei tecnici del Tesoro, al di sotto di quello che sarebbe necessario, cioè 6-6,5 miliardi, per evitare un ulteriore aumento del 2% dell’Iva. La “fase due” della spending review prevista dal governo prevede un ulteriore aumento dei risparmi attesi da 3-3,5 miliardi a più di 4 miliardi. Dunque, mentre le imposte indirette, quelle che gravano di più su chi è più povero come l’Iva e le accise sui carburanti, sono aumentate e rischiano di aumentare ancora, le imposte sulle imprese vengono tagliate e gli incentivi aumentati. Infine, la dismissione degli immobili pubblici rappresenta un ulteriore aspetto negativo della spending review per due ragioni. In primo luogo, perché storicamente gli incassi da simili alienazioni sono risultati ben al di sotto delle aspettative. Vendere per fare cassa nell’immediato è sbagliato: in un momento di difficoltà non si possono spuntare prezzi adeguati e lo Stato si priva definitivamente di un valore. In secondo luogo, perché generalmente l’alienazione di immobili statali favorisce le attività speculative dei grandi gruppi immobiliari, mentre lo Stato potrebbe cambiare la destinazione d’uso di molti di essi, ad esempio le ex caserme, per farne un uso pubblico.

domenica 16 settembre 2012

Acqua rossa dal rubinetto: è allarme

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

Preoccupazione per decine di famiglie a Preganziol. Veritas: «Qualcuno ha azionato un idrante rimuovendo l’ossido»

PREGANZIOL. Acqua di una strana quanto preoccupante colorazione rossastra, con piccolissimi detriti che si depositavano sul fondo di caraffe e pentole. È successo tra venerdì sera e ieri mattina nella zona di via 12 Dicembre, nel quartiere di Borgo Fiorito, a Preganziol. Allarme tra i cittadini che si sono accorti dell'insolita colorazione dell'acqua che usciva dai rubinetti. «Mio figlio beve sempre l'acqua del rubinetto. Cosa devo pensare? È sicura?», si domanda un sessantenne che vive proprio nella zona di Borgo Fiorito interessata dal problema, «ci chiediamo infatti se l'acqua sia potabile o meno. Anche lo scorso anno si era presentato lo stesso problema. Parlerò con il sindaco Marton per cercare di capire se ci possa essere una soluzione a un evento che preoccupa molto la gente». All'origine del problema, che comunque secondo Veritas non va a incidere in alcun modo sulla potabilità dell'acqua, ci sarebbe l'azione di un “furbetto” che nelle ore immediatamente precedenti avrebbe azionato un idrante, modificando la pressione all'interno della rete e favorendo perciò il distacco di quei piccolissimi sedimenti normalmente presenti nelle tubazioni. Di qui la presenza nell'acqua dei microframmenti, come testimoniato dalla foto che ci ha inviato un nostro lettore, oltre cheil colorito tra il rossastro e il bruno assunto dall'acqua stessa. La prima segnalazione del problema risale a venerdì sera, quando un cittadino di via 12 Dicembre ha chiamato ai centralini di Veritas allarmato per il colorito dell'acqua. I tecnici della società che gestisce l'acquedotto anche a Preganziol sono intervenuti, lavorando fino a sera inoltrata per verificare l'assenza di guasti alla rete. Il fatto che nelle ore precedenti al problema sia stata avvistata un'autobotte che, in barba a ogni regola, veniva caricata di acqua utilizzando un idrante potrebbe aver variato la pressione nelle tubazioni e quindi favorito l'immissione in rete dei frammenti di sostanza responsabili della colorazione rossastra. Questi problemi possono verificarsi anche dopo l'esecuzione di alcuni lavori ai tubi. Da parte di Veritas, i consigli a chi dovesse trovarsi in queste situazioni: lasciare aperto il rubinetto per alcuni minuti e se il problema persiste, contattare il numero di emergenza. È importante inoltre procedere alla pulizia periodica dei filtri del rubinetto.

lunedì 10 settembre 2012

Ferrovie nel caos, passeggeri a terra

da: www.oggitreviso.it | Isabella Loschi

Cavi elettrici mandano fuori uso i sistemi di informazione, le FS si scusano


TREVISO – Venerdì nero per le ferrovie dello stato in tutto il Nordest. Si scusano. Si giustificano. L’ennesimo guasto. Questa volta è stata la rottura della linea di alimentazione elettriche dei treni, che ha provocato l’interruzione nell’erogazione dell’energia con conseguenze disastrose sulla circolazione. Con conseguenti rallentamenti e ritardi nelle tratte di Treviso, Castelfranco, Mestre e Padova.

Come se non bastasse per i rientri del venerdì, un ulteriore guasto ha mandato su tutte le furie i passeggeri. La linea di alimentazione elettrica, cadendo a terra, ha danneggiato pesantemente un cavo a fibra ottica e numerosi cavi in rame, mettendo fuori uso i sistemi di informazione al pubblico della stazione di Santa Lucia, i telefoni di rete fissa e i sistemi informativi. Ed è scoppiato il caos più totale, costringendo molti passeggeri a terra fino a tarda serata.

10/09/2012

A settembre scatta la "rivoluzione" Actv: meno corse e più cambi per gli utenti

da: www.veneziatoday.it

Dal 12 del mese cambiano percorsi cittadini degli autobus per la società di trasporto locale, che cerca di far fronte così alla mancanza di fondi regionali


Mancano i fondi regionali e i conti sono da sistemare: parte la rivoluzione in casa Actv. Non potendo agire sul taglio del personale, la cosa più semplice è ridurre le corse e a rimetterci sono gli utenti. Il piano è stato presentato nei giorni scorsi ai sindacati, ora emergono alcune indiscrezioni.
Il piano, che come obiettivo ha la riduzione delle corse lunghe e l'inserimento di più cambi, sarà attivo dal 12 settembre e prevede che "le corse 5, 6, 8, l'extraurbano (con direttrice Noale-Venezia, Scorzè- Venezia e Preganziol-Venezia) vengono limitate a piazzale Cialdini, meno corse alla mattina nell'ora di punta del 4L e quindi del tram, grossa riduzione della linea 84, soppressione della 10/ e ulteriore riduzione della 10", spiega la Nuova Venezia. I sindacati non si sono fatti attendere: "Bisogna intervenire subito contro questa macelleria del trasporto pubblico locale", dichiara Giampietro Antonini del sindacato Usb. L'obiettivo dell'azienda dei trasporti è quello di riorganizzare i servizi, razionalizzando le corse e introducendo punti di interscambio.
E la bozza presentata da Actv ai sindacati, va propria in questa direzione. Non a caso la linea 4 all'altezza di piazzale Cialdini si sdoppierà: una (la 4L) continuerà per Corso del Popolo come fa oggi, l'altra (4B), proseguirà invece per viale San Marco. Bisognerà quindi dimenticarsi il viaggio unico, e mettere in conto almeno un cambio di autobus. E' prevista la soppressione delle linee 29 e 86 e la riduzione nelle ore serali delle corse della linea 19, e l'eliminazione delle 31 e 32. Novità anche per i giorni festivi: il 2 dovrebbe fermarsi alla stazione ferroviaria, senza arrivare a Venezia (sabato e domenica), ma verranno istituite delle linee ad alta frequenza da piazzale Cialdini a Venezia per viale San Marco. 

04/08/2012

Guasto alla linea sul ponte della Libertà, i passeggeri giù dal treno: vanno a piedi

da: Il Gazzettino

Pesanti ritardi per raggiungere la stazione di Santa Lucia, caos anche nel traffico veicolare, utenti e pendolari infuriati

VENEZIA - Gravi disagi e pesanti ritardi per i passeggeri dei treni tra Mestre e Venezia per un guasto alla linea di alimentazione elettrica della ferrovia che collega le due stazioni. Il traffico è rimasto bloccato per oltre tre ore e si sono registrati pesanti ritardi per moltissimi convogli soprattutto da e per Padova, alcuni dei quali addirittura cancellati.

Secondo Trenitalia la circolazione non sarebbe stata del tutto interrotta, ma «solo rallentata» (scrive in una nota): sarebbero sempre circolati i treni sulla vecchia tratta del ponte della Libertà, mentre il guasto avrebbe coinvolto il nuovo collegamento ferroviario tra Mestre e Venezia. In attesa del ritorno alla normalità decine di utenti spazientiti hanno deciso di percorrere a piedi il tratto tra le due stazioni prendendo poi d'assalto l'ufficio reclami.

Dalle segnalazioni dei passeggeri risulta che fino al tardo pomeriggio i disagi sono continuati, invece secondo l'azienda il guasto sarebbe stato riparato poco dopo le 14 e la circolazione tornata alla normalità prima delle 15. Ma da Padova tutti convogli hanno viaggiato per ore con ritardi di oltre 60 minuti. I tabelloni sono poi andati in tilt riportando ancora i mezzi in partenza al mattino.

Code di auto si sono inoltre formate lungo il viadotto per l'aumento dei veicoli usati per raggiungere la città lagunare. Bloccato sul ponte della Libertà anche un 'Freccia Argento' proveniente da Roma e diretto a Santa Lucia. I passeggeri del convoglio, con appresso i bagagli, hanno raggiunto la stazione veneziana percorrendo a piedi la massicciata dei binari.

07/09/2012