sabato 8 dicembre 2012

Un milione di famiglie evade. Milioni di pensionati alla fame

da: Pubblico | Domenico Moro


A quanto pare, in Italia pagano le tasse i poveri e non i ricchi. Secondo Befera, direttore dell ’Agenzia delle entrate, ben un milione di famiglie dichiarano reddito zero, mentre oltre 4,3 milioni di dichiarazioni (il 20% del totale) risultano incoerenti, presentando uno scarto tra reddito dichiarato e consumi effettivi. Le incoerenze sono maggiori per le imprese ed i lavoratori autonomi, che, al contrario di lavoratori dipendenti e pensionati, hanno maggiori possibilità di sfuggire al fisco. Proprio sulle pensioni il bilancio sociale 2011 dell’Inps rivela un quadro penoso. La pensione media mensile è di 1.131 euro, che scende a 930 euro per le donne e a 920 euro nel Mezzogiorno. Fra i pensionati, a fronte di un misero 2,9 per cento con pensioni sopra ai 3.000 euro, oltre la metà si posiziona sotto i mille euro. Il 35 per cento prende tra 500 e 1.000 euro e ben il 17 per cento sta sotto i 500 euro. Si tratta di un dato preoccupante, se consideriamo che, secondo l’Istat, la soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è di 1.011 euro (2011).

La povertà assoluta, ovvero la difficoltà a pagarsi il necessario per vivere, per un single è tra i 785 euro mensili di una area metropolitana del Nord e i 590 euro di un piccolo comune del Sud. Non è, quindi, un caso se tra 2010 e 2011, la povertà relativa tra i ritirati dal lavoro, spesso anziani soli o in coppia, è aumentata dall’8,3 al 9,6 per cento, mentre quella assoluta è salita dal 4,5 al 5,5 per cento. Drammatica è la situazione del Mezzogiorno, dove gli anziani poveri oltre i 65 anni salgono in un anno dal 18,6 al 21 per cento. In questa situazione, la questione dell ’evasione fiscale, che vale 120 miliardi annui, si intreccia sia con l’equità fiscale sia con la possibilità di avere risorse sufficienti per sostenere pensioni e redditi bassi e pagare servizi sanitari e di assistenza per le famiglie di lavoratori ed in particolare per gli anziani. Per incitare i più ricchi a fare dichiarazioni dei redditi maggiormente coerenti con il proprio stile di vita, l’Agenzia delle entrate sta introducendo il redditest. Questo sarà imperniato su 100 indicatori di spesa suddivisi in 7 categorie, dall ’abitazione ai mezzi di trasporto, agli investimenti mobiliari, alle spese per il tempo libero, ecc. Da questi indicatori si ricaverà un reddito presunto che non dovrà discostarsi dal reddito dichiarato di oltre il 20%. Anche il nuovo redditometro, lo strumento utilizzato direttamente dal fisco, sarà fortemente incentrato sulle spese effettivamente sostenute dal contribuente. Tutte queste iniziative sono valide ma presentano un punto debole: non sono accompagnate da una riforma del fisco, che rimoduli la pressione fiscale in modo progressivo rispetto al reddito. Anzi, vengono usate per far meglio accettare la stretta sociale in atto ed in particolare il forte inasprimento della pressione fiscale sui settori più poveri, dovuta all ’aumento dell’Iva e dell’Imu. Ad esempio, l’Imu sulla prima casa peserà anche su chi ha perso il lavoro o ha una pensione a livelli bassi o bassissimi. A Roma, in un quartiere non centrale, l’Imu per una prima casa di 100mq ammonta mediamente a 1.154, a Torino a 1.132 euro, a Napoli a 828 euro, ovvero l’equivalente di una e mezza o due delle mensilità delle pensioni più basse. Quanto al lavoro autonomo, giustamente si pone l’accento sulla sua alta irregolarità, ma non è azzardato dire che anche la tassazione sugli autonomi è, in non pochi casi, veramente eccessiva. Ad esempio, un contratto di collaborazione di pochi mesi come dipendente subisce una pressione fiscale sensibilmente maggiore rispetto ad un contratto come partita Iva, anche se il lavoro è lo stesso. L’evasione fiscale è un fenomeno complesso, che attraversa strati sociali molto diversi tra loro. Certamente è molto più difficile, ma anche socialmente più equo e maggiormente redditizio per il fisco ed il bilancio statale, andare a colpire le multinazionali e le finanziarie che giocano anche sui diversi regimi fiscali esistenti a livello internazionale.

lunedì 26 novembre 2012

Convocazione Consiglio Comunale del 29 novembre 2012



Si comunica che è stato convocato in seduta ordinaria pubblica di prima convocazione il Consiglio Comunale per il giorno 29 novembre 2012 - alle ore 17.00 presso la Sede Municipale, per la trattazione del seguente ordine del giorno:

    Approvazione verbali della seduta del Consiglio comunale del
    - 27.09.2012 dal n. 30 al n. 34
    - 23.10.2012 dal n. 35 al n. 37
    Deliberazione di Giunta Comunale n. 170 in data 18.10.2012 ad oggetto "Bilancio di previsione esercizio 2012: variazioni" - Ratifica ai sensi dell'art. 42, comma 4, del D. Lgs. 18.08.2000 n. 267.
    Estinzione anticipata mutui CentroMarca Banca.
    Bilancio di previsione 2012: variazioni di assestamento generale.
    Rettifica delibera di Consiglio comunale n. 61 del 17.11.2011 per sdemanializzazione e cessione al Sig. Follador Massimo di un reliquato stradale di mq. 18 e acquisizione di un'area di mq. 13 sita in Piazza Diaz a San Trovaso, dai Sigg. Follador Flora, Follador Vera, Sig.ra Amadi Teresa e Sig. Follador Massimo, identificata al Catasto Terreni: Fg. n. 2, mapp.li n. 1586, 1587, 1588.
    Liberalizzazione delle attività economiche, semplificazione amministrativa e adeguamenti procedurali - Indirizzi di prima applicazione.
    Regolamento comunale per l'assegnazione degli alloggi di proprietà comunale: approvazione.
    Regolamento comunale per l'alienazione di beni immobili di proprietà comunale: approvazione.


Il Presidente del Consiglio Comunale

Dr.ssa Valeria Salvati

mercoledì 24 ottobre 2012

Gli effetti recessivi della legge di stabilità: mutui e TFR

da: Pubblico | Domenico Moro


Il Presidente Monti, pur ammettendo che le misure contenute nella Legge di stabilità sono brutali, sostiene che sulla lunga distanza permetteranno la crescita. A boutade del genere Keynes rispondeva che: “Nel lungo periodo saremo tutti morti”. Ci limiteremo ad osservare che, in netta contraddizione con gli sbandierati principi liberisti, il governo opera contro il mercato, minando le basi strutturali della domanda, e con esse la possibilità di una ripresa. Ne è uno degli esempi migliori il settore delle costruzioni, sia pubbliche che private. Le costruzioni pubbliche subiscono da anni il drastico calo della spesa in infrastrutture che, data la stretta al bilancio pubblico in corso, non si invertirà. Tuttavia, il governo ha pensato di beneficiare i soli grandi gruppi prevedendo una defiscalizzazione del 50% per le imprese che si impegneranno in progetti infrastrutturali oltre i 500 milioni.

Il settore privato, basato sull’edilizia per abitazioni, verrà duramente colpito dalle nuove norme su deduzioni e detrazioni fiscali, in particolare dall’innalzamento della franchigia a 250 euro e soprattutto dall’abbassamento del tetto massimo delle riduzioni a 3mila euro totali. Ad essere colpiti da queste novità saranno tutti quelli che chiedono mutui per l’acquisto della casa e che fino ad ora potevano scaricare dalla dichiarazione dei redditi il 19% della spesa per interessi fino a 4mila euro. Con la riduzione del tetto, il risparmio calerà da un massimo di 722 euro ad un massimo di 570 euro. Ma il punto principale non è questo. Se ipotizziamo, alle attuali condizioni di mercato, un mutuo medio di 130mila euro della durata di 20 anni con un tasso fisso al 5,5%, il contribuente in questione si troverà ad esaurire il plafond di 3mila euro per ben 15 anni, cioè negli anni nei quali la spesa per interessi è maggiore di 3mila euro. Durante tutto questo periodo, quindi, il contribuente non potrà portare in detrazione niente altro, né le spese assicurative, né gli studi del figlio fuorisede, né lo sport per i bambini e così via. Se consideriamo che a tutto questo si aggiunge la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa e le rivalutazioni catastali, possiamo facilmente dedurne che oggi intraprendere l’acquisto di una casa è diventato più difficile per i bassi e i medi redditi. Infatti, chi è più ricco può permettersi di acquistare una casa in contanti. Oggi, a pagare interessi su di un mutuo sono 3,8 milioni di italiani, dei quali ben l’85% verrà colpito dalle nuove regole perché dichiara un reddito superiore a 15mila euro. La conseguenza sarà una riduzione nella richiesta dei mutui e quindi degli acquisti di case. Molte famiglie e giovani lavoratori, che non scelgono di rimanere nella casa dei genitori, si rivolgeranno al mercato delle case in affitto che specie nelle grandi città presenta prezzi già molto superiori a quelli degli altri Paesi, incidendo mediamente sul 40% del reddito. In Italia il 70%  delle case è in proprietà, mentre in Francia lo è solo il 55% e in Germania il 43%. Al contrario, l’affitto sociale in Italia è del solo 6% contro una media europea del 15%. Secondo il Credit Suisse, in Italia la ricchezza media per adulto, 260mila euro (2011), non solo è al quarto posto nell’eurozona e superiore a quella della Germania, 200mila euro, ma è anche la meno concentrata (il 61% degli adulti dispone di almeno 100mila euro contro il 41,1% della Germania). Se andiamo a vederne la composizione, però, ci accorgiamo che, in proporzione maggiore che negli altri paesi, è di natura non finanziaria, essendo soprattutto relativa alla casa di proprietà. Dunque, si rischia di arrestare la tendenza storica italiana a investire nella casa di proprietà, già rallentata a causa della diminuzione del potere d’acquisto e della conseguente contrazione del tasso di risparmio. Molte famiglie di lavoratori che avevano potuto contare per cinquanta anni sull’investimento nel mattone per far fronte alle difficoltà del ciclo economico si troveranno senza questo ammortizzatore sociale, senza contare il possibile deprezzamento delle proprietà a causa del calo della domanda. Minando le basi strutturali della domanda delle famiglie, la legge di stabilità apporterà così un ulteriore colpo all’industria delle costruzioni, che già affronta un continuo calo dallo scoppio della crisi, a causa del’aumento dei tassi di interesse e della contrazione del credito delle banche, le quali preferiscono investire la liquidità a basso costo ricevuta dalla Bce nel debito pubblico ad alti interessi. Secondo l’Istat, nel 2009 si è avuto un calo nel settore delle costruzioni del -11,6%, nel 2010 del -3,6%, nel 2011 del -2,9%, mentre tra gennaio e agosto 2012 il calo è accelerato a -12,8%. Il solo settore delle nuove abitazioni è crollato tra 2008 e 2012 del 44,4%. Come dimostra la storia, il settore delle costruzioni è stato spesso il volano della crescita economica e gli effetti di un calo ulteriore in questo settore sul Pil sono maggiori di quelli di qualunque altro settore. Questo perché le costruzioni e l’edilizia a scopo abitativo in particolare sono un volano per le industrie, tutte tipiche del made in Italy, delle macchine costruttrici, del mobile, degli elettrodomestici, dell’arredamento, ecc. Un altro esempio di effetto negativo della legge di stabilità è il Tfr. I lavoratori che lasceranno il lavoro a partire dal 31 dicembre 2012 subiranno un maggiore prelievo fiscale, a causa dell’abolizione della clausola di salvaguardia che bloccava l’effetto negativo delle nuove aliquote e scaglioni in vigore dal 2007. Il vantaggio maggiore era per i redditi più bassi, perché fino al 2006 i redditi tra 15mila e 26mila euro erano sottoposti ad una aliquota del 23%. Con la legge di stabilità si farà riferimento alla aliquota vigente nell’anno in cui matura il diritto, che dal 2013 sarà sui redditi tra 15mila e 28mila euro del 26%. Ad esempio, un Tfr maturato in 10 anni di lavoro e di importo pari a 30mila euro pagherà una imposta di 8.100 euro che sarebbe stata di 7.857 euro. La penalizzazione è ancora più rilevante se, come spesso succede, il lavoratore percepisce altre somme alla fine del rapporto. Particolarmente odioso è il caso dell’incentivo alla mobilità, in cui lo Stato tassa quello che è praticamente un sussidio alla disoccupazione. A trarre vantaggi sono solo due categorie: i gruppi che beneficiano di monopoli artificiali e naturali, potendo mantenere alti i prezzi, e le grandi imprese, che sono in genere esportatrici. Per il Paese nel suo complesso rimane la certezza di una regressione storica.

mercoledì 17 ottobre 2012

Convocazione Consiglio Comunale: 23 ottobre 2012

CONSIGLIO COMUNALE del 23.10.2012


E' stato convocato in seduta ordinaria pubblica di prima convocazione il Consiglio Comunale per il giorno:

Martedì 23 ottobre 2012 - ore 17.00

presso la Sede Municipale, per la trattazione del seguente ordine del giorno: 


  1. Approvazione verbali della seduta del Consiglio comunale del 31.07.2012 dal n. 27 al n. 29
  2. Regolamento comunale di Contabilità: modifica.
  3. Servizio di tesoreria periodo 1.1.2013 - 31.12.2017: approvazione convenzione 

lunedì 15 ottobre 2012

Crollo del potere d'acquisto e degli investimenti

da: Pubblico | Domenico Moro


I comunicati diffusi ieri dall’Istat ci rivelano che a pagare di più per le politiche restrittive del governo sono state le famiglie consumatrici, il cui potere d’acquisto è sceso del 4,1% nel secondo trimestre del 2012 rispetto al 2011, e dell’1,6% rispetto al trimestre precedente. Nei primi sei mesi del 2012 il calo è stato del 3,5%. Si tratta del peggiore semestre degli ultimi dodici anni. In valore assoluto il potere d’acquisto delle famiglie nel secondo trimestre 2012 è stato di 224,87 miliardi di euro. Per trovare un valore inferiore bisogna risalire al primo trimestre del 2000 con 219,69 miliardi. A peggiorare sono anche le imprese, sebbene in misura inferiore alle famiglie e considerando che i dati non includono le imprese finanziarie, beneficiate dagli investimenti sul debito pubblico. La quota di profitto sul valore aggiunto (38,5%) delle imprese è calata nel secondo trimestre dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, e del 2,1% rispetto al 2011.


È da notare che, nei primi sei mesi del 2012 rispetto al 2011, la flessione degli investimenti fissi lordi delle imprese (-8%) è stata maggiore di quella del risultato lordo di gestione (-6,7%) e del valore aggiunto (-2,6%). Quanto osservato fino a qui, ha una corrispondenza con l’andamento dei conti nazionali, che registrano nel secondo trimestre 2012 un calo del Pil del -2,6% rispetto al 2011. Ci accorgiamo, infatti, che la flessione è dovuta in gran parte proprio al calo dei consumi nazionali (-3%), che, però, è da riferirsi soprattutto al calo degli investimenti fissi lordi (-9%), della spesa delle famiglie (-3,7%), e molto meno a quello della spesa della P.a. (-0,9%). Anche il miglioramento della bilancia commerciale italiana si collega soprattutto al crollo delle importazioni (-8% nel secondo trimestre), dovuto al più generale crollo del mercato domestico, e meno al leggero aumento delle esportazioni (+1,3%). Si potrebbe comunque osservare che il governo nel secondo trimestre è riuscito a raggiungere un saldo primario, cioè al netto della spesa degli interessi, di 12,75 miliardi. Il punto è che questo “risultato” è dovuto soprattutto all’aumento della pressione fiscale. Questa, però, si è scaricata soprattutto sulle famiglie dei salariati, mediante il maggiore peso delle imposte indirette, Iva e accise varie, che pesano proporzionalmente di più su chi è più povero. Tra secondo trimestre 2011 e 2012, mentre le imposte dirette sono passate dai 55 ai 56,69 miliardi (+1,5%), quelle indirette hanno superato le prime, passando dai 54,41 ai 57,99 miliardi (+6,6%). Il governo, da una parte, con l’aumento delle imposte indirette ha accentuato le dinamiche inflative, determinando la perdita di potere d’acquisto, e, dall’altra parte, nel primo semestre ha diminuito le uscite in conto capitale (tra cui gli investimenti) del 14,7%. Il combinato disposto di questi due fattori ha depresso domanda e investimenti interni, trascinando il Pil in basso. Visto che l’economia italiane non può reggersi soltanto sui mercati esteri, spesso anch’essi in difficoltà, queste scelte hanno aggravato la crisi, che, a causa del crollo degli investimenti, rischia di lasciare dietro di sé un apparato industriale fortemente ridimensionato. 

domenica 30 settembre 2012

Mercurio nella falda a Preganziol

Venerdì 5 ottobre alle ore 20.45 si terrà presso la sala Granziol, (scuole elementari) di Preganziol un incontro sul problema del mercurio nella falda di Preganziol..
Organizza il "Comitato Tutela Acque Potabili Preganziol"


Meno occupazione Stato in ginocchio con i tagli lineari

da: Pubblico | Domenico Moro


Meno occupazione Stato in ginocchio con i tagli lineari

Il decreto legge 95 del 2012 prevede la riduzione della spesa pubblica di 26 miliardi in tre anni, di cui 4,5 nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11 nel 2014. Per raggiungere questo obiettivo il governo Monti ha predisposto una spending review, che nell’intenzione dovrebbe favorire tagli non lineari ma selettivi, in modo da mantenere inalterato il servizio erogato dalla P.A. La spending review prevede l’intervento su varie direttrici: la soppressione di enti, il tetto allo stipendio dei manager pubblici, le procedure d’acquisto per ridurre i costi di beni e servizi, il riordino degli enti territoriali, la dismissione di immobili dello stato e la riduzione del personale. L’aspetto sicuramente più grave della spending review è la riduzione del personale statale. Il 25 settembre è stata adottata la circolare firmata da Patroni Griffi, il ministro della P. A. La riduzione prevista è del 20% sul costo delle dotazioni organiche del personale dirigente e del 10% del personale non dirigente, in pratica decine di migliaia di persone.

La gestione verrà centralizzata presso il Dipartimento della Funzione pubblica. Le singole amministrazioni dovranno inviare le proposte di tagli entro il 28 settembre (enti pubblici e agenzie) e il 4 ottobre (amministrazione dello stato). Entro il 31 dicembre 2012 verranno quantificati i tagli e comunicata agli interessati la data di cessazione del rapporto di lavoro. Il Dpcm che metterà in mobilità i dipendenti è previsto entro il 31 marzo 2013, mentre entro il 31 maggio 2013 è prevista l’individuazione del personale da collocare in part time. Il provvedimento interesserà tutto il personale pubblico con l’eccezione del comparto sicurezza, il personale operativo operante nei presso gli uffici giudiziari e il personale della magistratura. I tagli si scaricheranno quindi sul personale delle Forze Armate, che passerà dai 190mila ai 170mila, come previsto da tempo dal Ministero della Difesa, allo scopo di drenare maggiori risorse verso l’acquisto di sistemi d’arma tecnologicamente avanzati e costosi. Il maggiore impatto in termini di tagli, però, si avrà soprattutto su enti di ricerca, scuola, università, e sanità, che rappresentano la quota maggiore dei dipendenti pubblici e dei servizi principali erogati dallo Stato alla collettività. Alla scuola verranno sottratti 360 milioni e verranno tagliati 15mila posti di lavoro. Il taglio ai trasferimenti statali a enti e Università sarà, rispetto al 2010, del 5% nel 2012 e del 10% nel 2013. All’Università i tagli ai trasferimenti statali produrranno un aumento delle tasse universitarie per i fuoricorso, che ammontano al 40% degli iscritti. Per quanto riguarda la sanità si prevede uno riduzione dello standard di posti letto, che produrrà un taglio di 7mila posti letto entro novembre, e per i prossimi tre anni tagli per 17 miliardi con un aumento dei ticket per 3 miliardi e l’innalzamento della fiscalità locale.  Quindi, il grosso dei tagli  non si realizzerà sugli stipendi degli alti manager pubblici, per i quali il tetto è previsto a ben 300mila euro, né con misure come la riduzione delle auto blu, molto di moda nell’ultimo periodo, ma che rispetto al totale delle spese rappresenta noccioline. Il vero risparmio si realizzerà con  i tagli al welfare state, che non permetteranno di mantenere il servizio inalterato. A perderci con la spending review sarà da una parte l’occupazione, che, sia con la messa in mobilità che con il blocco del turn over nel pubblico, aggraverà una situazione che nel privato è già disastrosa. Dall’altra, sarà fortemente ridotta l’universalità del servizio pubblico, in due settori come la scuola e l’Università e la sanità, che sono decisivi nello sviluppo del Paese.

Mobilità totale aiuto ai privati sulla pelle degli statali

A guadagnare dalla spending review sarà soprattutto l’impresa privata. Questo avverrà in diversi modi. In primo luogo, l’introduzione per la prima volta delle procedure di mobilità nel pubblico impiego italiano daranno un ulteriore colpo al mercato del lavoro. Infatti, il pubblico impiego era rimasto l’unico settore in cui le misure di liberalizzazione del mercato del lavoro avevano avuto un impatto ancora debole, malgrado i contratti precari vi siano molto diffusi. Il concetto che anche il posto pubblico a tempo indeterminato è a rischio rappresenta non certo un incentivo alla maggiore efficienza della P.A. ma un ulteriore indebolimento della forza negoziale del lavoro. Del resto, l’introduzione di nuovi sistemi di valutazione della produttività dei dipendenti pubblici, uno degli obiettivi dichiarati della spending review, è stata rapidamente messa da parte per la mancanza di disponibilità di risorse da parte del governo. In secondo luogo, l’indebolimento ulteriore della sanità e della scuola pubblica favoriscono la crescita della presenza del privato in questi settori mentre la riallocazione della spesa militare dal personale agli strumenti favorirà l’industria militare. In terzo luogo, i tagli nella P.A. renderanno disponibili risorse per quello che Confindustria chiede da tempo, cioè la riduzione delle tasse alle imprese. Recentemente Squinzi, presidente della Confindustria, ha reiterato la richiesta dell’aumento della detassazione e della decontribuzione dei premi aziendali allo scopo di favorire il collegamento dei salari alla produttività. A questo tipo di misure si aggiungono, come richiesto recentemente dalla Fiat, anche gli incentivi all’export. Ma l’obiettivo principale è la riduzione, meglio ancora l’abolizione, dell’Irap, un obiettivo storico di Confindustria. Visto che l’Irap non è propriamente una tassa, ma contiene la parte del salario indiretta che va a pagare l’assistenza sanitaria e altre spese previdenziali, i tagli alla sanità rappresentano la base per tagliarla o ridurla, cosa che del resto è in parte già avvenuta. Lo stesso Giavazzi, cui il governo aveva affidato parte della ricerca sulla spending review, parla nel suo rapporto della possibilità di riduzione della pressione fiscale sulle imprese solo con una drastica riduzione della spesa pubblica. In realtà, i tagli previsti da Giavazzi sono, a giudizio dei tecnici del Tesoro, al di sotto di quello che sarebbe necessario, cioè 6-6,5 miliardi, per evitare un ulteriore aumento del 2% dell’Iva. La “fase due” della spending review prevista dal governo prevede un ulteriore aumento dei risparmi attesi da 3-3,5 miliardi a più di 4 miliardi. Dunque, mentre le imposte indirette, quelle che gravano di più su chi è più povero come l’Iva e le accise sui carburanti, sono aumentate e rischiano di aumentare ancora, le imposte sulle imprese vengono tagliate e gli incentivi aumentati. Infine, la dismissione degli immobili pubblici rappresenta un ulteriore aspetto negativo della spending review per due ragioni. In primo luogo, perché storicamente gli incassi da simili alienazioni sono risultati ben al di sotto delle aspettative. Vendere per fare cassa nell’immediato è sbagliato: in un momento di difficoltà non si possono spuntare prezzi adeguati e lo Stato si priva definitivamente di un valore. In secondo luogo, perché generalmente l’alienazione di immobili statali favorisce le attività speculative dei grandi gruppi immobiliari, mentre lo Stato potrebbe cambiare la destinazione d’uso di molti di essi, ad esempio le ex caserme, per farne un uso pubblico.

domenica 16 settembre 2012

Acqua rossa dal rubinetto: è allarme

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

Preoccupazione per decine di famiglie a Preganziol. Veritas: «Qualcuno ha azionato un idrante rimuovendo l’ossido»

PREGANZIOL. Acqua di una strana quanto preoccupante colorazione rossastra, con piccolissimi detriti che si depositavano sul fondo di caraffe e pentole. È successo tra venerdì sera e ieri mattina nella zona di via 12 Dicembre, nel quartiere di Borgo Fiorito, a Preganziol. Allarme tra i cittadini che si sono accorti dell'insolita colorazione dell'acqua che usciva dai rubinetti. «Mio figlio beve sempre l'acqua del rubinetto. Cosa devo pensare? È sicura?», si domanda un sessantenne che vive proprio nella zona di Borgo Fiorito interessata dal problema, «ci chiediamo infatti se l'acqua sia potabile o meno. Anche lo scorso anno si era presentato lo stesso problema. Parlerò con il sindaco Marton per cercare di capire se ci possa essere una soluzione a un evento che preoccupa molto la gente». All'origine del problema, che comunque secondo Veritas non va a incidere in alcun modo sulla potabilità dell'acqua, ci sarebbe l'azione di un “furbetto” che nelle ore immediatamente precedenti avrebbe azionato un idrante, modificando la pressione all'interno della rete e favorendo perciò il distacco di quei piccolissimi sedimenti normalmente presenti nelle tubazioni. Di qui la presenza nell'acqua dei microframmenti, come testimoniato dalla foto che ci ha inviato un nostro lettore, oltre cheil colorito tra il rossastro e il bruno assunto dall'acqua stessa. La prima segnalazione del problema risale a venerdì sera, quando un cittadino di via 12 Dicembre ha chiamato ai centralini di Veritas allarmato per il colorito dell'acqua. I tecnici della società che gestisce l'acquedotto anche a Preganziol sono intervenuti, lavorando fino a sera inoltrata per verificare l'assenza di guasti alla rete. Il fatto che nelle ore precedenti al problema sia stata avvistata un'autobotte che, in barba a ogni regola, veniva caricata di acqua utilizzando un idrante potrebbe aver variato la pressione nelle tubazioni e quindi favorito l'immissione in rete dei frammenti di sostanza responsabili della colorazione rossastra. Questi problemi possono verificarsi anche dopo l'esecuzione di alcuni lavori ai tubi. Da parte di Veritas, i consigli a chi dovesse trovarsi in queste situazioni: lasciare aperto il rubinetto per alcuni minuti e se il problema persiste, contattare il numero di emergenza. È importante inoltre procedere alla pulizia periodica dei filtri del rubinetto.

lunedì 10 settembre 2012

Ferrovie nel caos, passeggeri a terra

da: www.oggitreviso.it | Isabella Loschi

Cavi elettrici mandano fuori uso i sistemi di informazione, le FS si scusano


TREVISO – Venerdì nero per le ferrovie dello stato in tutto il Nordest. Si scusano. Si giustificano. L’ennesimo guasto. Questa volta è stata la rottura della linea di alimentazione elettriche dei treni, che ha provocato l’interruzione nell’erogazione dell’energia con conseguenze disastrose sulla circolazione. Con conseguenti rallentamenti e ritardi nelle tratte di Treviso, Castelfranco, Mestre e Padova.

Come se non bastasse per i rientri del venerdì, un ulteriore guasto ha mandato su tutte le furie i passeggeri. La linea di alimentazione elettrica, cadendo a terra, ha danneggiato pesantemente un cavo a fibra ottica e numerosi cavi in rame, mettendo fuori uso i sistemi di informazione al pubblico della stazione di Santa Lucia, i telefoni di rete fissa e i sistemi informativi. Ed è scoppiato il caos più totale, costringendo molti passeggeri a terra fino a tarda serata.

10/09/2012

A settembre scatta la "rivoluzione" Actv: meno corse e più cambi per gli utenti

da: www.veneziatoday.it

Dal 12 del mese cambiano percorsi cittadini degli autobus per la società di trasporto locale, che cerca di far fronte così alla mancanza di fondi regionali


Mancano i fondi regionali e i conti sono da sistemare: parte la rivoluzione in casa Actv. Non potendo agire sul taglio del personale, la cosa più semplice è ridurre le corse e a rimetterci sono gli utenti. Il piano è stato presentato nei giorni scorsi ai sindacati, ora emergono alcune indiscrezioni.
Il piano, che come obiettivo ha la riduzione delle corse lunghe e l'inserimento di più cambi, sarà attivo dal 12 settembre e prevede che "le corse 5, 6, 8, l'extraurbano (con direttrice Noale-Venezia, Scorzè- Venezia e Preganziol-Venezia) vengono limitate a piazzale Cialdini, meno corse alla mattina nell'ora di punta del 4L e quindi del tram, grossa riduzione della linea 84, soppressione della 10/ e ulteriore riduzione della 10", spiega la Nuova Venezia. I sindacati non si sono fatti attendere: "Bisogna intervenire subito contro questa macelleria del trasporto pubblico locale", dichiara Giampietro Antonini del sindacato Usb. L'obiettivo dell'azienda dei trasporti è quello di riorganizzare i servizi, razionalizzando le corse e introducendo punti di interscambio.
E la bozza presentata da Actv ai sindacati, va propria in questa direzione. Non a caso la linea 4 all'altezza di piazzale Cialdini si sdoppierà: una (la 4L) continuerà per Corso del Popolo come fa oggi, l'altra (4B), proseguirà invece per viale San Marco. Bisognerà quindi dimenticarsi il viaggio unico, e mettere in conto almeno un cambio di autobus. E' prevista la soppressione delle linee 29 e 86 e la riduzione nelle ore serali delle corse della linea 19, e l'eliminazione delle 31 e 32. Novità anche per i giorni festivi: il 2 dovrebbe fermarsi alla stazione ferroviaria, senza arrivare a Venezia (sabato e domenica), ma verranno istituite delle linee ad alta frequenza da piazzale Cialdini a Venezia per viale San Marco. 

04/08/2012

Guasto alla linea sul ponte della Libertà, i passeggeri giù dal treno: vanno a piedi

da: Il Gazzettino

Pesanti ritardi per raggiungere la stazione di Santa Lucia, caos anche nel traffico veicolare, utenti e pendolari infuriati

VENEZIA - Gravi disagi e pesanti ritardi per i passeggeri dei treni tra Mestre e Venezia per un guasto alla linea di alimentazione elettrica della ferrovia che collega le due stazioni. Il traffico è rimasto bloccato per oltre tre ore e si sono registrati pesanti ritardi per moltissimi convogli soprattutto da e per Padova, alcuni dei quali addirittura cancellati.

Secondo Trenitalia la circolazione non sarebbe stata del tutto interrotta, ma «solo rallentata» (scrive in una nota): sarebbero sempre circolati i treni sulla vecchia tratta del ponte della Libertà, mentre il guasto avrebbe coinvolto il nuovo collegamento ferroviario tra Mestre e Venezia. In attesa del ritorno alla normalità decine di utenti spazientiti hanno deciso di percorrere a piedi il tratto tra le due stazioni prendendo poi d'assalto l'ufficio reclami.

Dalle segnalazioni dei passeggeri risulta che fino al tardo pomeriggio i disagi sono continuati, invece secondo l'azienda il guasto sarebbe stato riparato poco dopo le 14 e la circolazione tornata alla normalità prima delle 15. Ma da Padova tutti convogli hanno viaggiato per ore con ritardi di oltre 60 minuti. I tabelloni sono poi andati in tilt riportando ancora i mezzi in partenza al mattino.

Code di auto si sono inoltre formate lungo il viadotto per l'aumento dei veicoli usati per raggiungere la città lagunare. Bloccato sul ponte della Libertà anche un 'Freccia Argento' proveniente da Roma e diretto a Santa Lucia. I passeggeri del convoglio, con appresso i bagagli, hanno raggiunto la stazione veneziana percorrendo a piedi la massicciata dei binari.

07/09/2012

mercoledì 8 agosto 2012

Rubate le offerte dei bimbi per l’Emilia

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

Doppio blitz dei ladri all’oratorio e al centro anziani di San Trovaso: sono spariti anche i 600euro raccolti per i terremotati

Prima l'oratorio, da cui hanno rubato anche i soldi raccolti dai bimbi del Grest per i terremotati. Poi il centro anziani, dove hanno puntato dritto alle due casseforti, aperte e ripulite. Notte di furti a San Trovaso: in azione una banda che certamente sapeva come e dove agire. Il primo assalto è dunque quello sferrato all'oratorio “Circolo Noi”, di fianco alla chiesa vecchia. I malviventi sono entrati da una porta sul retro utilizzando un attrezzo per fare leva sulla serratura. Una volta nel grande salone parrocchiale, i ladri sono riusciti a recuperare le chiavi della stanza adibita a sede del direttivo. Qui hanno trovato i soldi, in tutto circa 600 euro, frutto della beneficenza dei bambini che hanno frequentato il Grest parrocchiale. Quel gruzzoletto, racimolato con i piccoli sacrifici dei piccoli, era destinato ai terremotati dell'Emilia. Rubati dall'oratorio anche un videoproiettore e una coppia di microfoni radio appena acquistati. «Quel materiale ci serviva per avviare tra una quindicina di giorni le attività di animazione e teatro», spiega Enrico Giacomin, volontario dell'oratorio, «ciò che fa più male è però il furto dei soldi per l'Emilia ». Da un vecchio impianto stereo sono spariti una chiavetta Usb con le musiche usate durante il Grest e cinque cd. E tra gli attrezzi lasciati nell'area esterna dell'oratorio, dove i volontari stanno effettuando in questi giorni alcuni piccoli lavori di manutenzione, i ladri hanno trovato il flessibile che è servito loro per il secondo assalto, quello al circolo ricreativo anziani Auser in via Franchetti, a poche centinaia di metri dall'oratorio. Qui i ladri sono entrati in azione scassinando la finestra del bagno che dà sul retro della struttura. Da un cassetto nascosto hanno preso le chiavi per aprire la dispensa, segno che i ladri sapevano come muoversi. Non hanno nemmeno toccato le tante bottiglie e le provviste stipate, ma hanno puntato dritto alle due casseforti a muro. Utilizzando il flessibile hanno tolto il frontalino e preso i soldi che vi erano all'interno, circa tremila euro tra fondo cassa e incassi del bar, oltre che il libretto degli assegni, lasciando a terra solo pochi spiccioli. Si sono poi diretti verso l'ufficio del circolo anziani, ma in questo caso non hanno trovato nulla. Per tutta la giornata il circolo anziani è stato chiuso per furto, come recitava il cartello affisso all'ingresso. Il presidente del circolo Danilo Tonetto ha presentato denuncia ai carabinieri.

venerdì 20 luglio 2012

Vecchio Comune l’asta va deserta Nuove opere al palo

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

PREGANZIOL. Va deserta l'asta per la vendita dell'ex municipio: «Una brusca frenata per le opere pubbliche» commenta il vicesindaco e assessore al Bilancio Dino Vecchiato. L'amministrazione aveva messo sul mercato l'immobile di via Bellini e il terreno circostante per un milione e 50 mila euro. L'apertura delle buste era fissata per il 12 luglio. Ma in municipio non è arrivata alcuna offerta. Per il meccanismo del patto di stabilità, manca al momento l'operatività per far partire alcune opere pubbliche. Tra queste, l'attesa rotonda di Borgoverde, all'incrocio tra la Schiavonia e via Dosson, che slitterà nei mesi. «Il fatto che non ci siano state offerte è il sintomo di quanto male vadano le cose», spiega Vecchiato, «L'ex municipio è un immobile appetibile. Riproporremo il bando a settembre con un ribasso, sperando di avere buone chance». Intanto però i cantieri restano al palo. La vecchia sede, costruita tra gli anni Sessanta e Settanta, si trova nel quartiere ovest. Si estende su 1.100 metri quadri, per una volumetria complessiva di circa 4.100 metri cubi, mentre il giardino misura duemila metri quadri. L'immobile ha ospitato il municipio fino al 1996, prima era una scuola.

venerdì 6 luglio 2012

«QUANDO NUOVE BARRIERE FONOASSORBENTI?»


Lo chiedono i cittadini tra Mogliano e Preganziol a ridosso del Passante


PREGANZIOL – Barriere fonoassobenti in arrivo? La società del Passante ha realizzato nei giorni scorsi nuove misurazioni acustiche in via Rio Serva a Preganziol.

Specie dopo la richiesta dei cittadini di nuove barriere fonoassorbenti specie per quelle abitazioni tra Preganziol e Mogliano che risultano particolarmente esposte.

I dati devono ancora arrivare, ma i cittadini sottolineano come siano necessarie nuove barriere fonoassorbenti per contrastare il rumore continuo sia di giorno che di notte.

Via Rio Serva è infatti una delle zone più critiche in questo senso, insieme a via Pesare e l’area tra Campocroce di Mogliano e Sambughé di Preganziol.

venerdì 29 giugno 2012

giovedì 14 giugno 2012

PATTO DI SOLIDARIETÀ PER RINNOVARE IL CONTRATTO A UN COLLEGA


Alla Colfert di Preganziol dipendenti solidali

PREGANZIOL - Non hanno esitato a proporre ai propri amministratori la loro idea per salvare un collega dalla disoccupazione.

E' successo alla Colfert di Preganziol, alle porte di Treviso, dove gli addetti alle spedizioni ed alla gestione del magazzino, di fronte alla scadenza del contratto di lavoro semestrale di un collega, hanno pensato di mettere mano alle proprie posizioni lavorative proponendo un “patto di solidarietà” che permettesse il rinnovo del contratto del collega fino a fine 2012.

La famiglia Zanato, fondatrice della storica impresa che commercia ferramenta ed accessori per serramenti in tutto il Triveneto, ha apprezzato a tal punto la generosa proposta dei magazzinieri da decidere di rinnovare il contratto in scadenza senza apportare alcuna modifica salariale o contrattuale ai propri dipendenti.

lunedì 4 giugno 2012

Va all’asta l’ex municipio Si parte da un milione

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

PREGANZIOL. Va all'asta l'ex municipio in via Bellini. L'amministrazione ha messo sul mercato l'immobile e il terreno circostante. La base d'asta è un milione e 50 mila euro. L'apertura delle buste è fissata per il 12 luglio in municipio. Per le casse comunali, la vendita dell'ex municipio potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno. La vecchia sede si trova nel quartiere ovest, vicino alla chiesa. Il fabbricato, costruito in due stralci tra gli anni Sessanta e Settanta, si estende su 1.100 metri quadri, per una volumetria complessiva di circa 4.100 metri cubi, mentre il giardino misura duemila metri quadri. Nello strumento urbanistico comunale, l'area è classificata come residenziale, e questa destinazione è stata confermata anche per le future edificazioni. Con i bilanci ridotti all'osso, per la giunta è impossibile investire nel recupero dell'edificio chiuso. Ed è così scattata la vendita. L'immobile ha ospitato il municipio dagli anni Ottanta al 1996, prima era una scuola. Dopo il trasferimento della casa comunale, l'edificio ha ospitato per alcuni anni i vigili, poi alcune associazioni.

sabato 26 maggio 2012

Imu e Irpef, che stangata. L’imbarazzo della giunta

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

Preganziol: Imu sulla seconda casa a 0,90, aumento di due decimali per l’Irpef L’assessore Vecchiato: «Sono frustrato. Ma vanno recuperati 900mila euro»


PREGANZIOL. Dino Vecchiato, vicesindaco e assessore al Bilancio, la definisce «la peggior scelta che ho dovuto fare a livello politico». L'amministrazione Marton ha varato la doppia stangata su Irpef e Imu per recuperare 900 mila euro, frutto tra l'altro della decurtazione dei trasferimenti statali, che mancano per coprire le spese per il 2012. «Sono frustrato, mai avrei immaginato in coscienza di dover fare questa scelta. È pesantissimo dover decidere, ma abbiamo le spalle al muro», commenta Vecchiato, «è una scelta che ho cercato di evitare, ma 900 mila euro da recuperare sono troppi. Da settimane sono pensieroso per questo, anche i colleghi se ne sono accorti». La giunta ha deciso per l'aumento dell'addizionale comunale Irpef da 0,6 a 0,8% e l'innalzamento dell'Imu sulla seconda casa (che comprende anche negozi, capannoni, laboratori artigianali e uffici, oltre ai locali sfitti, che a Preganziol sono circa 800) da 0,76% a 0,90%. La stangata è stata presentata martedì in commissione bilancio. «In due anni abbiamo fatto grandi tagli di costi e razionalizzazioni» spiega Vecchiato «abbiamo chiuso anticipatamente alcuni mutui per contenere spese di ammortamento e interessi, abbiamo ridotto le spese di rappresentanza e altri costi come le pulizie e le manutenzioni, abbiamo chiuso definitivamente l'Istituzione culturale, ente strumentale con costi propri». Ma tutto ciò non è bastato. «Lo Stato ci ha tagliato 650 mila euro, poi ci sono 50 mila euro in più per il sociale, in particolare per il pagamento delle rette delle case di riposo, i maggiori costi per le utenze e per la gestione della nuova biblioteca. E in tutto questo vogliamo mantenere i servizi» prosegue l'assessore. Di qui la decisione, dopo aver presentato la proposta ai sindacati, di aumentare Irpef e Imu. Quattrocentomila euro saranno recuperati grazie all'aumento dello 0,2% dell'addizionale comunale, il cui ammontare complessivo passerà da 1.470.000 euro del 2011 a 1.870.000 euro. Per i redditi al di sotto dei 10mila euro di reddito, introdotta l'esenzione dall'Irpef. «È un'operazione sociale che interessa un migliaio di contribuenti», spiega Vecchiato, «per i redditi fino a 26 mila euro, il ritocco dell'Irpef significa 4 euro in più al mese». Quanto all'Imu, la giunta ha deciso di salvaguardare la prima casa andando invece a incidere sulle seconde case e sull'umore già nero di commercianti e artigiani. L'innalzamento dello 0,14% porterà ad un maggior gettito di 500 mila euro

giovedì 17 maggio 2012

Petizione per gli orari della biblioteca

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon


PREGANZIOL. Scatta la raccolta firme per chiedere al Comune di Preganziol l’estensione degli orari della biblioteca, di recente trasferita a Casa Michieletto. A promuovere l’iniziativa, l’associazione “Preganziol Cultura Informazione”. I promotori affermano di aver raccolto “numerose critiche e lamentele da parte dei cittadini”.
L’apertura della nuova biblioteca ha portato con sè il dimezzamento delle mattine, da quattro a due e la cancellazione del sabato. Il Comune ha motivato la riduzione dell’orario con il fatto che gli spazi a Casa Michieletto sono estesi e serve adeguata sorveglianza.

mercoledì 16 maggio 2012

Raccolta firme biblioteca

Dopo numerose critiche e lamentele mosse dai cittadini del nostro comune sugli orari della nuova biblioteca, Preganziol Cultura Informazione ha deciso di organizzare una RACCOLTA FIRME per chiedere all'amministrazione comunale un'estensione dell'orario della stessa.

Clicca QUI per scaricare il modulo.
per informazioni: preganziolculturainformazione@gmail.com

domenica 29 aprile 2012

ALBUM - 25 aprile e dintorni

Preganziol Cultura Informazione in collaborazione con il Gruppo Donne Preganziol e l'A.N.P.I. ha organizzato l'incontro "25 Aprile e dintorni" con ospite il Presidente dell'A.N.P.I. di Treviso Umberto Lorenzoni intervistato da Daniele Ceschin