sabato 10 agosto 2013

PREGANZIOL - MOGLIE E FIGLI IN LACRIME

Sgomberata una famiglia. Il papà vivrà in macchina

da: www.tribunatreviso.it | Rubina Bon

PREGANZIOL Non ha più un tetto sotto cui stare Bouchaib Loukraimi, 52 anni, marocchino da 24 anni in Italia. La mobilitazione di un gruppo di cittadini e del Collettivo ZtlWakeup! non è bastata ieri a scongiurare lo sgombero e la divisione della famiglia: la mamma, 32 anni, con i bimbi di 2 e 4 anni è stata affidata a una comunità protetta, come previsto dalla legge, mentre Bouchaib è stato lasciato in balia del proprio destino: «Se non troverò ospitalità, dormirò in macchina. Mi farò la licenza e andrò a vendere tappeti. Il sindaco mi ha detto di tornare in Marocco. Non è giusto parlarmi così, in questi anni sono sempre stato in regola». Ieri mattina, l’epilogo della vicenda della famiglia Loukraimi. Scongiurata l’azione delle forze dell’ordine (presenti vigili e Digos) dal momento che la famiglia ha accettato la soluzione prospettata dai Servizi sociali del Comune, ovvero lo smembramento del nucleo almeno per il prossimo mese. E se si è evitata la tensione, non sono mancati i momenti carichi di emozione, con le lacrime della mamma prima di salire sul pulmino del Comune che l’ha portata assieme ai figli nella comunità protetta. Da un anno i Loukraimi avevano occupato abusivamente una casa fatiscente al civico 259 di via Baratta Vecchia a San Trovaso. Bouchaib ha lavorato in regola come operaio per 24 anni in Italia, ma a Natale ha dovuto lasciare la sua occupazione a causa di alcuni persistenti problemi di salute della moglie. «Sono abusivo in questa casa eppure ho un contratto per la corrente», spiega il 52enne. In più occasioni a partire da novembre, il Comune aveva chiarito che la casa era inagibile. Qualche giorno fa, Bouchaib si è presentato in municipio per la richiesta di residenza. Ed è scoppiato il bubbone, sfociato nell’ordinanza di sgombero entro ieri. «Il sindaco ci ha convocati per avere spiegazioni sul perché stavamo aiutando questa famiglia», spiega Agnese Moro, una delle cittadine che si è mossa per i Loukraimi, «contestiamo il modo e il metodo con cui si è mossa l’amministrazione». Con i soldi necessari per pagare un mese di comunità a mamma e figli, secondo i cittadini il Comune avrebbe potuto trovare per un periodo ben più lungo un alloggio dove poter trasferire tutta la famiglia. Paola Borghesani parla di «un grosso fallimento della politica». Ieri mattina in via Baratta Vecchia sono arrivati anche i ragazzi di Ztl. Dopo varie telefonate tra i cittadini mobilitati e i Servizi sociali, con una ulteriore snervante attesa perché gli operatori recuperassero i seggiolini da auto per i bimbi, la mamma e i bimbi sono stati allontanati da casa. Bouchaib ha portato via i mobili nel deposito di un amico a Resana. 

Nessun commento:

Posta un commento