Sgomberata una famiglia. Il papà vivrà in macchina
PREGANZIOL Non ha più un tetto sotto cui stare Bouchaib Loukraimi, 52
anni, marocchino da 24 anni in Italia. La mobilitazione di un gruppo di
cittadini e del Collettivo ZtlWakeup! non è bastata ieri a scongiurare
lo sgombero e la divisione della famiglia: la mamma, 32 anni, con i
bimbi di 2 e 4 anni è stata affidata a una comunità protetta, come
previsto dalla legge, mentre Bouchaib è stato lasciato in balia del
proprio destino: «Se non troverò ospitalità, dormirò in macchina. Mi
farò la licenza e andrò a vendere tappeti. Il sindaco mi ha detto di
tornare in Marocco. Non è giusto parlarmi così, in questi anni sono
sempre stato in regola». Ieri mattina, l’epilogo della vicenda della
famiglia Loukraimi. Scongiurata l’azione delle forze dell’ordine
(presenti vigili e Digos) dal momento che la famiglia ha accettato la
soluzione prospettata dai Servizi sociali del Comune, ovvero lo
smembramento del nucleo almeno per il prossimo mese. E se si è evitata
la tensione, non sono mancati i momenti carichi di emozione, con le
lacrime della mamma prima di salire sul pulmino del Comune che l’ha
portata assieme ai figli nella comunità protetta. Da un anno i Loukraimi
avevano occupato abusivamente una casa fatiscente al civico 259 di via
Baratta Vecchia a San Trovaso. Bouchaib ha lavorato in regola come
operaio per 24 anni in Italia, ma a Natale ha dovuto lasciare la sua
occupazione a causa di alcuni persistenti problemi di salute della
moglie. «Sono abusivo in questa casa eppure ho un contratto per la
corrente», spiega il 52enne. In più occasioni a partire da novembre, il
Comune aveva chiarito che la casa era inagibile. Qualche giorno fa,
Bouchaib si è presentato in municipio per la richiesta di residenza. Ed è
scoppiato il bubbone, sfociato nell’ordinanza di sgombero entro ieri.
«Il sindaco ci ha convocati per avere spiegazioni sul perché stavamo
aiutando questa famiglia», spiega Agnese Moro, una delle cittadine che
si è mossa per i Loukraimi, «contestiamo il modo e il metodo con cui si è
mossa l’amministrazione». Con i soldi necessari per pagare un mese di
comunità a mamma e figli, secondo i cittadini il Comune avrebbe potuto
trovare per un periodo ben più lungo un alloggio dove poter trasferire
tutta la famiglia. Paola Borghesani parla di «un grosso fallimento della
politica». Ieri mattina in via Baratta Vecchia sono arrivati anche i
ragazzi di Ztl. Dopo varie telefonate tra i cittadini mobilitati e i
Servizi sociali, con una ulteriore snervante attesa perché gli operatori
recuperassero i seggiolini da auto per i bimbi, la mamma e i bimbi sono
stati allontanati da casa. Bouchaib ha portato via i mobili nel
deposito di un amico a Resana.
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